È domenica mattina (ieri), sono a casa di Stefan ed Elisa i miei amici fisici che vivono a Monaco di Baviera. Abbiamo avuto un incontro su un progetto di comunicazione scientifica per il loro dipartimento di Fisica. Stiamo facendo colazione, suonano alla porta ed ecco entrare un tipo con i suoi due figli bellissimi, che mi trasmette immediatamente l’idea di una simpatica normalità. Il tipo si chiama Thierry, francese, collega dei miei due ospiti. Tra un cornetto e una fetta di pane tostato con burro, scopro che Thierry è uno dei due “inventori” di SOX, sì proprio lui: il famoso esperimento che si terrà in primavera nei Laboratori di fisica nucleare del Gran Sasso e che sta “impanicando” l’Abruzzo intero e non solo. Avverto una strana sensazione, possibile che questo SOX, così temuto, è opera di un uomo così simpatico e tenero con i suoi figli?
E io che dietro a questo esperimento credevo ci fosse una specie di mostro con tentacoli fluorescenti… È a questo punto che la mia curiosità d’adolescente mi porta a fare domande, dalle quali si svilupperà una conversazione che i miei amici fisici si sforzeranno di rendere comprensibile ad un semplice e curioso fotografo come me. Tra parole e concetti in inglese, francese e italiano, scopro che anche le banane sono radioattive in modo particolare, dato che contengono una notevole quantità di potassio, la cui miscela isotopica contiene lo 0,0117% di 40K, che è un isotopo radioattivo; la dose equivalente a una banana rappresenta circa l’1% della dose di radiazione naturale giornaliera media (Wikipedia). Continuando scopro anche che (beata mia ignoranza, forse perché non è tra le istruzioni di volo) durante un volo intercontinentale di 5 ore assorbiamo l’equivalente di una radiografia dentale, per cui un viaggio di nozze in Nuova Zelanda a cosa corrisponde, a qualche total body? Approfondisco la questione e Stefan mi dice che l’esperimento SOX è super sicuro (stessa cosa la leggo sulla rivista Wired:https://www.wired.it/attualita/2017/10/23/perche-esperimento-sox-sicuro/, rivista un pochino più attendibile de “Le Iene”), perché tutto viene eseguito secondo dei rigidi protocolli di sicurezza; gli stessi protocolli seguiti in quei reparti degli ospedali dove vengono utilizzati materiali radioattivi. A questo punto sono sinceramente confuso. Durante il volo di ritorno a Roma (tranquilli: troppo breve e basso per un “rischio radioattivo”), cerco di fare un po’ di chiarezza e le uniche due conclusioni che riesco a raggiungere sono che esiste una buona e una cattiva ignoranza: nessuno rinuncerà a mangiare banane, andare in viaggio di nozze ed entrare in un ospedale; esiste una buona e una cattiva comunicazione. Entrambe generano, a seconda di ciò che ci fa più comodo, paure o sicurezze.
Magari questo mio articolo rientra nella seconda ipotesi…
A proposito, vi chiederete il perché di questo articolo in un blog di fotografia. Perché sono il fotografo del progetto di comunicazione e perché stavo quasi per diventare quello ufficiale di Mr. SOX…